Come tolleri lo stress?

Che cos’è lo stress?

Lo stress è una risposta psicofisica scatenata da un evento che può essere interno oppure provenire dall’esterno e che viene considerato e vissuto dall’organismo come eccessivo.

Lo stress può essere acuto, quando ha una durata limitata oppure cronico quando dura nel tempo, e in entrambi i casi lo stress può causare danni fisici e psicologici.

Inutile dirvi che tutto ciò che appare stressante per qualcuno potrebbe non esserlo invece per qualcun altro e addirittura alcuni eventi ritenuti molto piacevoli possono essere per qualcuno fonte di grande stress: pensate per esempio alla nascita di un figlio, oppure al matrimonio o magari al pensionamento.

Insomma le cause possono essere diverse, lo stress può essere legato a  problemi personali, problemi familiari, fattori lavorativi e così via.

Alla fine dell’articolo potete trovare una tabella con un elenco di eventi che possono causare un carico eccessivo. Accanto a ogni evento c’è un punteggio che vi permetterà di capire se sussiste per voi il pericolo di stress eccessivo. Prestate attenzione se il vostro punteggio supera i 100 punti nell’arco dei 12 mesi.

Sintomi dello stress

Ognuno di noi reagisce in modo diverso allo stress per esempio con:

  • sintomi fisici causati dalla somatizzazione (mal di testa, di stomaco, abbassamento delle difese immunitarie, pressione sanguigna elevata, stanchezza eccessiva) e
  • sintomi psicologici come preoccupazione costante, incapacità di concentrarsi, senso di frustrazione, senso di impotenza, tensione

Insomma, anche nel modo di reagire a uno stress c’è molta variabilità.

Ma al di là delle definizioni psicologiche, pensateci un attimo, come affrontate i vostri momenti di stress? Esistono diversi modi per affrontare quegli eventi che ci provocano ansia, paura, stress. Alcune persone sono capaci di accettarli, altri li combattono, altri ancora devono necessariamente trovare una via di fuga.

Metodi di autoconsolazione

E oggi vi voglio parlare di questo e in particolare di quello che

La psicologia del sé e la teoria dell’attaccamento chiamano “autoconforto” o “autoconsolazione” cioè la capacità di trovare modalità sane per regolare i propri sentimenti, le emozioni forti e tollerare cose che ci infastidiscono senza crollare. STOP

In generale, esistono persone che hanno ottime capacità di autoconforto e persone che hanno invece poche capacità di autoconforto.

Le persone che hanno ottime capacità di autoconforto le riconoscete tutti perché sono capaci di lasciar andare, conoscono e utilizzano metodi che li aiutano ad  accettare e ad affrontare il problema nel modo migliore e sono sempre capaci di vedere il lato positivo delle cose.

Chi ha poche capacità di autoconforto non riesce a gestire le proprie emozioni, davanti a un problema cade a pezzi, non riesce a riprendersi facilmente, non riesce a vedere una soluzione e spesso cerca una via di fuga in comportamenti che poi diventano pericolosi per la propria salute psicofisica.

Quando vengono appresi i metodi di autoconsolazione

I metodi di autoconsolazione  vengono appresi fin da piccoli attraverso il rapporto instaurato con le nostre figure di attaccamento. Alcuni di noi grazie alla presenza attenta dei nostri genitori, hanno sviluppato dei metodi di autoconsolazione utili a far fronte allo stress e alle forti emozioni vissute in un determinato momento. Altri invece hanno avuto dei genitori che non sono stati abbastanza disponibili, oppure erano eccessivamente ansiosi e hanno trasmesso quest’ansia, insomma queste persone nel corso degli anni possono aver appreso delle pratiche malsane.

Per esempio, alcune persone, nel tentativo di trovare una via di fuga alle loro difficoltà, diventano dipendenti da qualcosa, come per esempio gioco d’azzardo, alcol, dallo shopping e anche cibo. Questi metodi rilassano solo apparentemente e temporaneamente, in realtà aumentano il senso di insicurezza e disagio.

Provate a pensare… quante volte avete passato ore e ore davanti alla tv o al pc per evitare di pensare a una situazione che vi faceva preoccupare troppo?

Oppure quante volte vi siete buttati sul cibo per scaricare la tensione accumulata a lavoro? Niente di grave se questo accade raramente ma se invece diventa la modalità preferita per affrontare le proprie emozioni negative allora può diventare un problema. 

Pensiamo a tutte le volte che ricorriamo al cibo per mitigare le nostre emozioni negative, più o meno accade che ci troviamo in una sorta di circolo vizioso in cui ci sentiamo tristi, ci consoliamo con il cibo, non smettiamo finché non abbiamo finito tutta la porzione di cibo che abbiamo davanti, nel frattempo ci sembra di non sentire nulla addirittura di stare un po’ meglio, ma… questa sensazione dura poco. Poco dopo ricadiamo nella tristezza e anche la frustrazione per aver esagerato con il cibo. Risultato: stiamo peggio di prima. Vi ricorda qualcosa?

Metodi di autoconsolazione funzionali al benessere

E’ fondamentale essere consapevoli di quello che viviamo per poter apportare cambiamenti che ci permettano di stare meglio!

Noi abbiamo la responsabilità di smettere di scappare, di smettere di trovare continuamente una via di fuga che ci allontani dal problema.

E al di là di quello che è accaduto nel nostro passato, ognuno di noi può imparare dei metodi di autoconsolazione utili per evitare il sovraccarico dovuto allo stress, metodi che ci permettono di prenderci cura di noi stessi.

Alcuni di essi sono molto semplici, per esempio fare esercizio fisico, chiamare un amico con cui condividere le proprie emozioni, imparare a meditare, riposare e ritagliarsi del tempo per prendersi cura di sé.

Inizia dal piccolo, non pretendere immediatamente di avere una trasformazione totale, ricorda che i cambiamenti migliori che durano nel tempo avvengono sempre gradualmente.

Invece,cosa puoi fare quando ricadi nei soliti metodi di autoconsolazione malsani? Semplice: Perdonati, amati e ricomincia da capo… senza sensi di colpa o vergogna.. Magari fammi sapere nei commenti quali sono i tuoi metodi di autoconsolazione preferiti e come ti hanno aiutato a stare meglio.

(Richard Rahe e Thomas Holmes)